Il grande museo delle Piramidi di Giza aprirà a novembre

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Il Grande Museo Egizio ha finalmente una data di apertura definitiva: il colosso faraonico aprirà accanto alle piramidi di Giza il 1° novembre, dopo oltre vent’anni di ritardi, in un evento internazionale che promette di trasformare il turismo e l’immagine del Paese. Lo annuncia il quotidiano spagnolo El Confidencial in un articolo dell’8 agosto 2025.

Dopo anni di promesse non mantenute, l’Egitto lancerà finalmente uno dei progetti culturali più ambiziosi del XXI secolo. Il prossimo 1° novembre aprirà ufficialmente il Grande Museo Egizio (GEM), un colosso culturale situato accanto alle piramidi di Giza, che ha richiesto oltre vent’anni per essere completato.

L’inaugurazione è stata confermata dal presidente Abdel-Fattah Al Sisi, che ha ordinato a tutti gli enti coinvolti di accelerare i preparativi per garantire un evento all’altezza della sua importanza storica. Questo museo non aspira solo a diventare un nuovo simbolo architettonico e turistico, ma anche a rappresentare la modernizzazione del Paese. La cerimonia, che si prevede sarà imponente e di grande impatto internazionale, arriva dopo l’ultimo rinvio dello scorso luglio, causato dall’escalation bellica tra Israele e Iran.

Nonostante gli ostacoli, il governo egiziano insiste che questa volta non ci saranno ripensamenti: il GEM sarà la più grande vetrina del patrimonio faraonico mai concepita. L’apertura di questo museo rappresenta una pietra miliare per l’Egitto, non solo per il simbolismo della sua posizione o per le sue dimensioni, ma perché fa parte di una strategia più ampia per promuovere il turismo, fondamentale per l’economia nazionale. Con la sua apertura, si punta a rafforzare l’immagine del Paese nel mondo, a valorizzare la ricchezza della sua civiltà millenaria e a riconquistare il ruolo di riferimento culturale globale dopo anni di instabilità politica e sfide economiche.

Il Grande Museo Egizio, di cui finora erano visitabili solo 12 sale, ospiterà oltre 57.000 reperti, di cui 14.000 saranno esposti dal primo giorno. Questa impressionante collezione proviene in gran parte dal Museo Egizio di Piazza Tahrir, ma è stata arricchita anche da recenti scoperte effettuate da missioni egiziane e internazionali. La cifra non colpisce solo per la sua vastità, ma anche per la qualità e l’unicità delle opere riunite.

Tra i suoi tesori più importanti spicca, senza dubbio, l’intero corredo di Tutankhamon, con circa 5.000 pezzi, alcuni dei quali mai esposti finora. Questa collezione occuperà uno spazio di 7.200 metri quadrati, in una scenografia moderna che permetterà ai visitatori un’immersione totale nella vita, nella morte e nel simbolismo del faraone più famoso della storia. Un altro punto forte saranno le barche solari scoperte accanto alla Grande Piramide di Cheope, un gioiello archeologico di valore inestimabile. Situato a soli due chilometri dalle piramidi e con una superficie costruita di 92.000 metri quadrati, il GEM non sarà solo un museo, ma un complesso culturale che include aree di restauro, laboratori scientifici, cinema, auditorium e spazi ricreativi. Un luogo monumentale che combina la tradizione dell’Antico Egitto con la museografia più avanzata del XXI secolo.

Una volta aperte tutte le sue sale e aree, il GEM diventerà ufficialmente la più grande collezione dedicata a una singola civiltà del pianeta, anche se mancheranno pezzi di grande valore, come la Stele di Rosetta, esposta al British Museum di Londra.

Sotto l’egida dell’UNESCO, questo museo non mira solo a preservare il patrimonio egiziano, ma anche a ripensare il modo in cui la sua storia viene raccontata alle nuove generazioni e al mondo intero. Un traguardo che trasformerà l’esperienza archeologica di milioni di visitatori.

Tutto è pronto per il 1° novembre, quando inizierà una nuova era per gli amanti dell’egittologia. Uno dei risultati più notevoli di questa collaborazione è stato lo scanning 3D della camera funeraria esterna di Tutankhamon, che permetterà di creare una replica esatta per l’esposizione senza mettere a rischio l’originale. Questo lavoro è stato possibile grazie a un contratto del valore di 11 milioni di euro, che punta sull’innovazione senza compromettere la fedeltà storica.

(Foto: Djehouty – CC 4.0)

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