Rita Monaldi e Francesco Sorti sono sicuramente tra i più creativi e solidi autori di “romanzi storici” in attività. Capace di spaziare dal Rinascimento al Barocco, dal Novecento al Medioevo, questa coppia “di vita e penna” sa imbastire trame sofisticate e avvincenti senza mai perdere di vista la Storia, con i suoi personaggi, i suoi documenti, i suoi retroscena. Non a caso i loro libri – pubblicati e tradotti in tutto il mondo – hanno sempre una densa appendice storica che attesta le sorprendenti scoperte fatte in biblioteche e archivi non solo italiani.

Visto il particolarissimo momento storico – con la Chiesa cattolica in procinto di eleggere il 267mo successore di Pietro – “Storia In Rete” ha accolto con grande piacere l’idea di pubblicare a puntate un testo curioso e intrigante come I segreti dei conclavi. Un vero e proprio vademecum su quanto accade e sulle strategie migliori da adottare quando i cardinali si riuniscono per scegliere il nuovo Papa. In passato, e fino ai primi del Novecento, sulle elezioni papali gravavano forme di pressione politica esterna oggi forse impensabili. L’abate Atto Melani, l’autore de I segreti dei conclavi lo sapeva bene perché, in quanto agente della Francia, aveva visto “molto da vicino” varie elezioni pontificie nella seconda metà del Seicento. Scoprirete di più leggendo le puntate con cui abbiamo diviso il testo de I segreti dei conclavi e che pubblicheremo nei prossimi giorni sul nostro sito: chi era Atto Melani (qui trovate un suo profilo), cosa aveva scoperto, cosa “consigliava” al suo re – non uno qualunque ma Luigi XIV, il Re Sole – ma anche come scrivono e si muovono tra le pieghe della fantasia e della Storia, Monaldi&Sorti che proprio intorno ad Atto Melani hanno creato la serie – imperdibile – di cinque romanzi: Imprimatur, Secretum, Veritas, Mysterium e Dissimulatio. Ed ora, lasciamo la parola a Monaldi&Sorti per capire come è stato scoperto questo testo e perché è ancora così attuale… (SIR)
Non si rimpiangerà mai abbastanza la perdita dei 108 volumi di corrispondenza manoscritta lasciati dall’abate Atto Melani (Pistoia 1626 – Parigi 1714), venduti dagli eredi nel 1907 a vari acquirenti stranieri e dispersi per vie del tutto oscure: migliaia di lettere, memorie e relazioni riservate. Ne resta solo un inventario mutilo compilato l´anno prima della vendita. I manoscritti di Atto Melani sarebbero oggi un patrimonio storico d’inestimabile valore, contenente testimonianze di fatti storici a cui egli aveva assistito o preso parte di persona. I curatori di questo volume hanno ritrovato lettere e scritti dell’abate Melani in archivi privati e pubblici dove giacevano, dimenticati da tutti. Abbiamo rintracciato il manoscritto de I Segreti dei Conclavi nella Biblioteca del Senato a Parigi (Mémoires secrets contenant les événements plus notables des quatre derniers conclaves, Bibliothèque du Sénat, ms. 221). Ne abbiamo ricavato questa edizione italiana, fortemente sintetizzata nei contenuti (l´originale conta oltre 400 pagine colme di dettagli di pura rilevanza documentaria) e semplificata nello stile. I titoli dei capitoli sono nostri, così come la loro disposizione e numerazione. Per il resto ci si è attenuti al testo francese.

Nelle pagine di questo memoriale segreto si ritroveranno nomi già noti ai nostri lettori: I Segreti dei Conclavi, infatti, riveste un ruolo di primo piano nel romanzo Secretum (Baldini&Castoldi 2015), dove, alle porte del conclave del 1700, il manoscritto viene trafugato all’abate Melani da una consorteria di mendicanti. I giudizi severi di Atto contro papa Odescalchi, da lui trattato alla stregua del peggior papa dell’epoca, corroboreranno il ritratto del discusso pontefice che emerge da Imprimatur (Mondadori 2002 / Baldini&Castoldi 2015) e dalla sua appendice documentaria.
Scritti nell’anno 1700 nell’imminenza della morte di Papa Innocenzo XII e dedicati al Re Sole, di cui l´abate Atto Melani era informatore e confidente da mezzo secolo, I Segreti dei conclavi sono una quintessenziale summa di sapienza su Pontefici, conclavi e cardinali, e sul meccanismo dell´elezione papale. È un piccolo capolavoro di cinismo e ironia, in cui la memoria storica di Atto e la sua spregiudicata difesa della ragion di Stato si accompagnano a una salda fede nella Provvidenza Divina e a sferzanti osservazioni sulla natura umana. La constatazione della corruzione nella curia romana non priva Atto della sua sincera fede cattolica. Al contrario, l´abate Melani sottolinea come la pochezza dei prelati sia la migliore riprova che è lo Spirito Santo a guidare la Chiesa: l´inutilità dei maneggi dei cardinali, che «pretendono di far la parte del leone» dimostra che sulle vicende umane vigila sempre la Grazia. Non tutto accade per volontà di Dio, come molti credono, e ancor meno è Dio l’autore del male. La Divina Provvidenza ha infatti concesso all´uomo il libero arbitrio, ma egli ne fa cattivo uso. Il Cielo tuttavia, nella sua preveggenza, utilizza gli stessi intrighi umani a buon fine. Tale fu l´esempio della inattesa elezione di papa Innocenzo XII: a tal punto «imprevista che lo stesso Papa non sapeva chi ringraziare e non gli restò che attribuirla ad un miracolo».

Privo di preoccupazioni stilistiche, il vademecum di Melani va sempre al sodo: la sua opera è destinata ad essere custodita nelle stanze segrete del Re Sole e dei suoi ministri. Quasi nessuno poteva usare toni così confidenziali con Luigi XIV. Atto Melani però conosceva il sovrano sin dall’infanzia: il castrato italiano si trovava infatti al seguito della famiglia reale in fuga da Parigi durante i tumulti della Fronda. Col re bambino aveva condiviso l’esilio per quasi un anno, cantando per lui e per sua madre tutte le sere. E quando scrive I Segreti dei Conclavi, Atto sa di potersi rivolgere al sovrano più potente d’Europa con la confidenza d’un vecchio amico.
Per questo, forse, il castrato osa parlare fuori dai denti, e spara a zero sulla strategia politica del Re Sole: gli ambasciatori francesi non hanno la minima idea di come trattare con la Chiesa; il loro approccio è grossolano, la loro tattica disastrosa: ma gli ordini venivano da Parigi. E basta con l’alterigia e il disprezzo per Roma, basta con «l’eterno sospetto per tutto ciò che non è francese»: frase che suona come un monito per colui che disse l’État c’est moi. Nelle parole dell´ormai anziano Atto (mentre scrive si avvicina al settantacinquesimo compleanno), come in quelle di tutti coloro che hanno molto vissuto e molto conosciuto, si avverte la nostalgia per i bei tempi andati: per il tanto vituperato nepotismo, e per i conclavi in cui un pugno di cardinali e di ambasciatori sceglieva senza tante storie il novello Vicario di Cristo. Oggi tutto si è fatto difficile, scrive Atto: non c’è cardinale che non voglia essere eletto Papa, e che non creda di poterlo fare meglio degli altri.
Ecco quindi da dove nascono le faide all’ultimo sangue, tanto frenetiche quanto caotiche, descritte nei Segreti dei conclavi. Nel conclave le insidie sono per lo più invisibili: senza tregua si consumano odii personali, imboscate, vendette, errori madornali e casi tragicomici. E’ un piccolo universo rissoso in cui si agitano bande dai nomi bizzarri, come lo Squadrone Volante o gli Zelanti. Si deve diffidare di tutto e di tutti, ammonisce Atto, compreso chi sta dalla nostra parte. La Roma descritta dall’abate Melani è un ribollire di passioni in cui, con intuito quasi femminile, l´ex cantante castrato Atto Melani mette in guardia dai professionisti del tradimento, della denigrazione, della zizzania, della devozione ipocrita. I capi delle grandi fazioni sono intriganti, ma non hanno alcuno spessore politico al di fuori dei conclavi (come il cardinal Chigi), oppure si attirano l’ironia amara del popolo (come il cardinal Altieri) perché troppo interessati, irascibili e avidi. Su tutto domina il capriccio del caso: come nell’elezione di Antonio Pignatelli, il Cardinale che nessuno voleva fare Papa e che alla fine varcò ugualmente il Soglio di Pietro col nome di Innocenzo XII.
Certo, i mezzi per vincere un conclave non sono sempre commendevoli; ma sono gli stessi a cui Atto è stato avviato dai suoi padroni, e che gli hanno aperto la strada del successo: l’astuzia, l’adulazione, l’inganno, la corruzione e soprattutto lo spionaggio. Per conoscere la natura di un uomo è importante scrutare il suo temperamento e il suo ingegno. Ma per essere sicuri, confessa Atto candidamente, è sempre meglio una soffiata dei suoi domestici: nessuno meglio di loro conosce i suoi punti deboli. (segue)
MONALDI & SORTI
(Nella prossima puntata i primi capitoli de I segreti dei conclavi)