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Le donne più famose della storia? Tutte lesbiche, per cinema e fiction…

Gianluca Veneziani per “Libero quotidiano” del 5 giugno 2021

Ci mancano solo Cleopatra, Didone ed Elena di Troia e il quadro è completo. Presto si scoprirà che pure quelle regine avevano tendenze lesbo, che Cleopatra sì, amoreggiava con Giulio Cesare e Antonio ma solo per mascherare la sua omosessualità, che Didone si consolò della fuga di Enea imbastendo una relazione saffica con Calipso e che pure il rapimento di Elena da parte di Paride era una copertura perché lei in realtà si era invaghita di Andromaca. 

Non ci sarebbe da sorprendersi, visto che ora la storia e la letteratura al femminile vengano riscritte in chiave omosessuale, per gettare nuova luce su regine del passato e figure letterarie e superare gli stereotipi di genere (e poco importa che nulla di vero ci sia in quelle riletture).

L’ ultimo caso clamoroso riguarda Anna Bolena, seconda moglie di Enrico VIII, a cui Channel 5 in Inghilterra ha appena dedicato una serie tv omonima, ribaltandone, per non dire falsificandone, l’ immagine: la regina, bianca di carnagione, viene interpretata da un’ attrice nera, Jodie Turner -Smith, e si abbandona ad amori lesbo, come testimonia il bacio con Jane Seymour.

Si tratta non solo di un rovesciamento del suo orientamento eterosessuale piuttosto spiccato (la Bolena era nota per le frequentazioni con numerosi uomini), ma anche di un’ ardita revisione storica, dato che la donna con cui nella serie la regina si bacia fu colei a causa della quale Enrico VIII la scaricò: Jane Seymour trasformata da rivale in amore in amante…

Gli spettatori e la critica in Inghilterra non hanno gradito, tanto che perfino un quotidiano di sinistra come The Independent si è chiesto polemicamente «cosa l’opera aggiunga» alla comprensione di quel periodo storico. Bisognerebbe chiederlo anche alla regista Gemma Bodinetz che ha messo in scena una versione sui generis, è il caso di dire, della tragedia Otello, intitolata Othello, in cui la coppia protagonista, Otello e Desdemona, è composta da due lesbiche. La “Mora” di Venezia gelosa della sua donna, che per ovvie ragioni non potrebbe mai tradirla con Cassio.

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E che dire della revisione omosessualista di altre figure della casa regale inglese. Il film Mari, regina di Scozia, dedicato a Maria Stuarda, presenta una sovrana gay -friendly disposta ad accettare che suo marito abbia un rapporto omosessuale con il consigliere David Rizzio, nonché teorica dell’ ideologia gender. «Con noi», dice la regina a Rizzio che dichiara di sentirsi più femmina che maschio, «puoi sentirti liberamente chiunque tu voglia essere». E pensare che la Stuarda era cattolicissima e custode della morale tradizionale…

Il ribaltamento saffico della storia aveva già colpito la cugina e riva ledi Maria Stuarda, la regina Elisabetta I, che nel film Elizabeth: The Golden Age con Cate Blanchett assurgeva a icona bisessuale, coltivando una relazione con la dama di compagnia Bess e poi costruendo un triangolo amoroso che coinvolgeva il pirata Walter Raleigh. 

Per la cronaca, Elisabetta era nota come la Regina Vergine. Ma non solo l’Inghilterra è colpita dal fenomeno: l’americana Carolyn Gage ha portato a teatro Giovanna d’Arco-La rivolta, in cui la Pulzella d’ Orléans, vergine e santa, è presentata come una donna lesbica e pure atea.

Siamo all’apice, o meglio al fondo, della cancel culture combinata a revisionismo politicamente corretto e femminismo filo-Lgbt. La storia, cioè, viene cancellata e riscritta sulla base di un principio: le donne possono raggiungere grandi traguardi solo se lesbiche. Quote rosa mischiate a quote arcobaleno.

Con tanti saluti alla verità dei fatti.

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