di Fabio Andriola per StoriaInRete.com
In perfetta coerenza con l’andazzo generale del giornalismo culturale italiano, costantemente e tenacemente pronto solo a replicare e imitare se stesso, anche quest’anno l’arrivo del 25 luglio ha giustificato la solita valanga di articoli. Articoli tutti uguali tra loro – e identici a quelli degli anni scorsi – scritti per ricordare il voto del Gran Consiglio del Fascismo che nel 1943 aprì le porte al crollo del Regime fascista. A trionfare sono, come sempre, il conformismo e la impreparazione degli spesso improvvisati “storici” che sono talmente presi dall’ansia di ripetere le stesse storielle che si leggono da decenni da non sospettare neanche che sia possibile un’altra lettura di quei giorni. Il “Corriere della Sera” ha riproposto addirittura un infelice volumetto di uno storico, Emilio Gentile, pur quotato e ben allineato alla “vulgata”. Di quel lavoro, straordinariamente lacunoso e sbilanciato, ci siamo occupati su “Storia In Rete” a suo tempo e, per non farla troppo lunga qui, rimandiamo a quell’articolo dove vengono esposte tutte le riserve del caso ad una narrazione piatta e poco acuta di un evento di grande importanza per la storia italiana del Novecento. A questo link è disponibile l’articolo “Il 25 luglio 1943 e l’ultima carta di Mussolini”.
E visto che ci siamo e ormai imperversano in mezza Italia le cosiddette “pastasciutte antifasciste” ecco che può tornare utile ricordare alcune osservazioni fatte a suo tempo, sempre sul nostro sito, “A proposito di certe “pastasciutte” in tempo di guerra…” da Pierluigi Romeo di Colloredo nel suo blog “Fake News”.
Infine, per chi voglia davvero analizzare le complessa situazione dell’estate 1943, rimandiamo ad un fortunato fascicolo di “Storia In Rete” di qualche tempo fa: il n. 93/94, luglio/agosto 2013 disponibile in Pdf scaricabile immediatamente.