“L’Espresso” del 24 luglio 2009 ha rivelato che, mentre sull’Unità d’Italia del 2011 ancora non si fa nulla o quasi, gli eredi del PCI invece si danno da fare per tenere viva la memoria del loro partito. Un museo infatti raccoglierà cimeli d’ogni sorta, dalla barca in miniatura di Massimo D’Alema alla sobria e austera scrivania di lavoro di Togliatti. Entro un paio d’anni la lunga tradizione politica del PCI è destinata a rivivere in un museo che sarà inaugurato nel 2011, a novant’anni dalla fondazione del Partito Comunista in Italia. Ci sta lavorando con certosina fatica l’ex tesoriere del partito Ugo Sposetti che gira in lungo e in largo l’Italia a caccia di cimeli polverosi e nascosti nelle vecchie sezioni. Busti di Marx, quadri di Lenin, ritratti di Berlinguer, un’opera di Guttuso sul delitto Moro, il prezioso servizio da caffè di Botteghe oscure per gli ospiti illustri e le mitiche pipe di Trentin. Parola d’ordine di Sposetti ai militanti: non si butta via nulla, neppure l’ultimo dei verbali di assemblea. Nel museo, il posto d’onore è destinato alla prima bandiera, quella del Congresso fondativo di Livorno, ma l’organizzatore deve ancora convincere la sezione di Livorno a cederla.
Inserito su www.storiainrete.com il 24 luglio 2009