.
da Repubblica
.
Fonti racconta di essere stato inviato dalla ‘ndrangheta a Roma nel marzo del ‘78, chiamato da Riccardo Misasi, ex braccio destro di DeMita, e dall´onorevole Vito Napoli. Il suo boss, Sebastiano Romeo, gli dice che bisogna dare una mano per scoprire il covo delle Br e di mettersi in contatto con «l´amico» dei Servizi. Il pentito riferisce di un incontro con l´ex segretario della Dc Benigno Zaccagnini, sostiene di aver presto capito che diversi personaggi della banda della Magliana sanno che Aldo Moro e i suoi rapitori stanno in via Gradoli, sulla Cassia.
«Come è possibile, mi domando, che tutta la malavita di Roma sappia dove si trova il covo delle Br?». Fonti – scrive L´Espresso – ha riscontri anche dai rappresentanti della ‘ndrangheta nella capitale, dove incontra la sua fonte nel Sismi, un certo Pino. È lui che lo porta dall´allora direttore del Servizio, Giuseppe Santovito, il 4 aprile 1978.
«Pino mi porta dal capo a Forte Braschi. Santovito mi chiede se ho notizie su un appartamento in via Gradoli 96. Gli rispondo che ho sentito questo indirizzo da amici. E lui commenta: “Tutto vero, Fonti: è giunto il momento di liberare Moro”». Ma tornato in Calabria, il suo boss lo gela: «A Roma i politici hanno cambiato idea. Dicono che dobbiamo soltanto farci i cazzi nostri».
Fonti decide di chiamare la questura capitolina: «Via Gradoli 96, lì troverete i carcerieri di Moro». Pochi giorni dopo il covo di via Gradoli viene scoperto per una “strana” perdita d´acqua. Dei brigatisti non c´è traccia.
«Non c´è stata la volontà di agire», afferma il pentito. Una conferma l´uomo ritiene di averla avuta nel 1990, quando stava nel carcere di Opera con Mario Moretti: il capo delle Br riceveva ogni mese una busta con un assegno circolare. «Qualche tempo dopo un brigadiere che credo si chiami Lombardo mi confida che, per recapitare i soldi (del ministero dell´Interno), lo hanno fatto risultare come un insegnante di informatica, e in quanto tale Moretti viene retribuito. L´ennesimo mistero tra i misteri».
Il Pdci chiede una verifica. Cautela in procura a Roma: il video sarà visionato, tra oggi e domani si deciderà che fare.
_____________________
PER SAPERNE DI PIU’ VEDI ANCHE GLI ARTICOLI DI “STORIA IN RETE” SUL CASO MORO:
_____________________
Inserito su www.storiainrete.com il 24 settembre 2009