Home Storia militare Strage di Biscari: ecco l’elenco degli italiani e tedeschi trucidati

Strage di Biscari: ecco l’elenco degli italiani e tedeschi trucidati

Ci sono voluti quasi settant’anni per ritrovare i nomi dei soldati italiani e tedeschi fucilati dai militari della 45a Divisione di Fanteria dell’esercito americano a Biscari (oggi Acate) in una delle battaglie più cruente dello sbarco alleato in Sicilia. La scoperta si deve ad Andrea Augello, senatore del Pdl e storico, che nella nuova edizione del saggio “Uccidi gli Italiani” (Mursia, pagg. 256, euro 16,00. Postfazione di Anna Finocchiaro) pubblica i nomi, le date di nascita e i destini dei soldati vittime dei crimini di guerra commessi dagli americani. La nuova edizione è stata presentata il 22 marzo a Roma alla Biblioteca Nazionale.

Dopo la pubblicazione della prima edizione, che documentava le stragi incrociando documenti d’archivio e testimonianze dei sopravvissuti, ci sono voluti tre anni di minuziose ricerche per arrivare alla composizione degli elenchi delle vittime e al ritrovamento del luogo della sepoltura. «Incrociando i dati sui dispersi e sui caduti dell’Albo d’oro con i diari delle diverse unità schierate a Biscari, i verbali dei processi americani e i diari della 45a Divisione, sono arrivato all’elenco di 70 soldati italiani e 4 tedeschi fucilati a Biscari che vennero sepolti dagli americani sul posto e poi per motivi da chiarire, spostati a Gela. Nel 1958 vennero riesumati i corpi e trasferiti al sacrario di Catania. A mio avviso i morti delle stragi di Biscari sono ancora lì» spiega Augello, «Le informazioni sono da sempre negli archivi, ma solo i sopravvissuti, le famiglie dei soldati considerati “dispersi” erano interessati a conoscere la verità che la ragion politica e una storiografia tutta tesa ad accreditare il mito degli americani liberatori hanno messo sotto silenzio.»

Attilio Bonariva, classe 1914. Terza compagnia, 153° battaglione è uno dei 19 mitraglieri, quasi tutti lombardi, bresciani per lo più, o veneti, in maggioranza vicentini, fucilati a Biscari; con loro una cinquantina di avieri che provenivano in maggioranza dalla Sicilia, alcuni dal Lazio e dall’Umbria. Nel corso delle ricerche Augello ha scoperto anche il destino di Luz Long, campione olimpico di salto in lungo alle olimpiadi del 1936 passato alla storia per la stretta di mano con lo statunitense di colore Jesse Owens. «Ci sono evidenze chiare che Luz morì a Santo Pietro il 14 luglio 1943, poi fu sepolto a Biscari e quindi traslato a Gela. Non fu fucilato ma morì in combattimento» chiarisce Augello. Resta invece senza risposta il destino di Sergio Stauble, un asso dell’aviazione italiana e protagonista delle imprese della 73a squadriglia sul fronte d’Africa. Il suo nome appare a sorpresa tra le liste dei dispersi nella battaglia di Santo Pietro mentre era convinzione di molti storici che fosse scomparso in un volo di trasferimento da Comiso all’Africa. Molti indizi indicano che Stauble sia stato fucilato e che il suo corpo sia sepolto nel sacrario, ma mancano riscontri certi. L’elenco completo dei fucilati di Biscari è pubblicato sul sito www. mursia.com dove resterà fino al 9 giugno 2012 data in cui con una cerimonia ufficiale la Regione Sicilia apporrà a Santo Pietro di Caltagirone un cippo alla memoria.

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Sicilia, 10 luglio 1943: e se la strage l’hanno fatta i Liberatori?

10 Commenti

  1. Anche gli alleati hanno fatto le loro stragi, ma bisogna sottolineare una differenza in questo caso rispetto ai massacri nazisti o sovietici. I primi uccidevano per ordine diretto dei loro capi (ad esempio a Katyn o alle fosse ardeatine), mentre in questo caso il massacro fu operato da un soldato in violazione agli ordini dati: i prigionieri dovevano essere interrogati e finì davanti a una corte marziale per questo (anche se se la cavò con una condanna misera).

  2. E’ inevitabile che in guerra si verifichino stragi e massacri compiuti dai belligeranti. Nel caso delle stragi compiute dalle truppe americane in Sicilia, il silenzio della storiografia ufficiale si spiega con il pregiudizio ideologico. Nel 1943 i “bravi ragazzi americani” combattevano per portare la libertà ed erano alleati con la Russia Sovietica. Appena questo sodalizio venne meno, quei “bravi ragazzi americani” si trasformarono immediatamente in criminali di guerra in tutti i conflitti scoppiati dopo l’inizio della “Guerra fredda”. Detto pregiudizio ha operato financo nell’immaginario collettivo americano, tant’è che a fronte di decine di pellicole hollywoodiane di denuncia dei crimini commessi dagli USA in Vietnam, Irak, Centro e Sud America et similia, non v’è traccia di eguali denunce per analoghi comportamenti intervenuti durante la Seconda Guerra mondiale.Così va il mondo.
    Belmonte

  3. Non mi meravigliano le stragi e le atrocità di una guerra. La guerra è guerra ed è meglio evitarla proprio perchè implica di questi episodi (non dimentichiamo i bombardamenti ai civili inermi delle città).
    Mi meraviglia che molti sacrifici, molti atti eroici di giovani soldati italiani, non abbiano avuto non dico una commemorazione, ma nemmeno un ricordo, un momento di riflessione.

  4. Non riesco a capire, dopo quasi 70 anni dagli eventi, quale sia lo scopo e la finalità di dover rivangare un evento come quello della strage di Biscari. Tali episodi, in ogni guerra, penso siano sempre accaduti, a prescindere dalla circostanza che siano divenuti di dominio pubblico. Penso pure che siano sempre accaduti in seno ad ogni esercito, italiano compreso. In tutti gli eserciti del mondo, infatti, in tempo di guerra militano persone di tutti i ranghi e di tutte le risme: dai galantuomini ai delinquenti. Testimoni diretti, ormai defunti, mi hanno riferito che quando si diffuse la notizia della strage di Biscari, anche gli italo-tedeschi, specie nel corso della battaglia della piana di Catania, in molti casi non fecero prigionieri, passandoli immediatamente per le armi. La guerra è guerra ed è uno sciocco chi si illude di poter umanizzare la guerra. Bisogna invece sottolineare che gli americani, da vincitori, si sono comportati come noi, forse, non avremmo fatto mai. Per la prima volta nella storia, una nazione vittoriosa, invece di farsi risarcire i danni di guerra, ha aiutato gli sconfitti, mediante il piano Marshall, a ricostruire il loro paese. Questo è un assunto incontrovertibile e inconfutabile. Con la stessa determinazione con cui io avrei sicuramente imbracciato le armi contro il nemico di 70 anni fà per compiere il mio dovere, dico che oggi dobbiamo provare un senso di grande riconoscenza per un popolo, quello americano, che evrebbe potuto umiliarci e annientarci e che ci ha invece aiutato ad emergere dalle macerie di una sconfitta disastrosa.

  5. Sono contento che il mio nonno paterno non sia stato preso da questi “bravi ragazzi americani”. Faceva parte anche lui del 153 Btg Mitraglieri ed è stato fatto prigioniero dagli Inglesi il 12 luglio 1943. Forse ha conosciuto i mitraglieri accennati qua sopra. Non potrò mai chiederglielo perchè è morto quando avevo neanche 3 anni.

    Dopo il suo ritorno disse che i suoi aguzzini (Inglesi) decimarono il gruppo di prigionieri italiani, prendendo dunque 1 Italiano su 10 e fucilandolo. Forse per l’esempio… Il soldato davanti al nonno non tornò a casa sua.

    Stragi come questa ne sono esistite sempre, in tutte le guerre. L’uomo, quando imbraccia il fucile per uccidere il suo prossimo, non è più un uomo.

    Se qualcuno ha informazioni sulla composizione e la dislocazione delle unità del 153°, sono benvenute.

    Grazie.

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