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Storia in Rete n. 141-142, luglio-agosto 2017

A un anno dal fallito golpe di Ankara il potere di Erdogan in Turchia è sempre più forte. E si manifesta anche attraverso una rivalutazione della storia imperiale ottomana, con le grandiose celebrazioni che ogni anno si tengono “spontaneamente” per ricordare la conquista di Costantinopoli, il 29 maggio 1453. Una storia fatta di grandi vittorie ma anche di schiavismo, massacri, espansionismo imperialista ai danni dell’Europa, e che l’Europa farebbe bene a ricordare a sua volta. Storia in Rete dell’estate 2017 racconta le relazioni fra Occidente e Impero ottomano dal XIII secolo al tramonto ottocentesco del “malato d’Europa”. Una storia che dovrebbe far riflettere e soprattutto far riconsiderare tanti complessi di inferiorità che oggi minano l’autocoscienza e l’autostima dei popoli europei. E una di queste mine – spiega Antonello Carvigiani – è stata smascherata da un affilato saggio di Rodney Stark, un docente di storia protestante che difende il Cattolicesimo dalle “leggende nere” dure a morire con cui è stato infangato nei paesi della Riforma.
Continua poi anche questo numero di Storia in Rete il dibattito sul Risorgimento. Lo fa Pino Aprile, analizzando quelle elite meridionali che “tradirono e furono tradite”, lasciando il sud in uno stato semi-coloniale, e Pierluigi Romeo di Colloredo, che evidenzia come il regno delle Due Sicilie fosse minato al suo interno da discordie fra terraferma e Sicilia, rispondendo anche alle affermazioni di Aprile sul numero 140 di Storia in Rete a proposito del generale Cialdini.
Dal Risorgimento a uno dei più torbidi segreti dell’Italia contemporanea: quello della morte di Mussolini. Sandro Provvisionato rivela un inedito memoriale che raccoglie la confessione nientemeno che di Walter Audisio, il “colonnello Valerio”, sedicente “giustiziere” del Duce. Una confessione rilasciata in segreto a dei suoi compagni di partito negli anni Cinquanta che sotto certi aspetti lascia perplessi (avrà detto la verità?), ma dall’altro conferma una tesi che in pubblico i vertici partigiani hanno negato per decenni: quella della “doppia fucilazione”, con forza sostenuta da Pisanò e Bandini e confermata solo di recente dalle analisi forensi.
Poi Roberto Festorazzi getta una luce inedita sui contatti segreti di Leo Valiani con l’intelligence britannica. Contatti molto più profondi e vincolanti di quelli ufficialmente riconosciuti dall’esponente giellista, e che suggeriscono anche inquietanti spiegazioni alle modalità sbrigative e tutt’altro che chiare con cui si giunse all’esecuzione di Mussolini.
E ancora, una perizia di Storia in Rete su una delle foto pubblicate nel numero 129-130 dell’estate del 2016 dimostra che si trattava in realtà di un fotoritocco. Ma chi e perché ha avuto interesse a millantare la presenza di un agente dell’OSS sui luoghi dell’esecuzione di Mussolini proprio in quei giorni di fine aprile? Lo smascheramento di un falso non fa che spalancare nuovi campi d’indagine, tanto più visto che le foto ritoccate provenivano proprio da un ex agente segreto d’oltreoceano…
Infine, raccontato da Marcello De Angelis, il ritratto di uno dei grandi militari italiani del XX secolo: Federico Baistrocchi. Uno dei migliori organizzatori e riformatori del Regio Esercito, che dopo aver preparato le basi per la vittoria italiana in Abissinia nel 1935 venne messo da parte da Mussolini, anche per le invidie e i malumori che aveva suscitato fra i suoi meno capaci colleghi.
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43 Commenti

  1. Caro Croce,
    Tu hai letto tutto, tranne il mio libro. Io cito fatti, documenti, testimonianze, attinte dal sottoscritto.
    Il povero Pisanò, non ha fatto centro,come pure il caro amico Luciano Garibaldi.
    Il buon Luigi Barindelli, parroco di Mezzegra dal 1961, non ha scoperto un bel niente. Non so a quale sua intervista tu ti riferisca. Se si riferisce agli “svizzeri”, glieli ho presentati io, ma non erano portatori di documenti, ma alla ricerca.
    L’avv.Zanella, con cui sono stato in rapporto, ha scritto la cronaca degli avvenimenti aiutato da ottimi collaboratori. Le carenze del suo lavoro emergono nelle parti in cui lui “ipotizza”.
    P.S.
    Mi sono rimaste solo due copie di “Sparami al petto!”; se vuoi te ne spedisco una copia, per lettura, con preghiera di restituzione.
    A disposizione per qualsiasi altro chiarimento. Da quando ci incontravamo a Mezzegra, non ho cambiato numero di telefono.

  2. Caro Pierangelo,
    la morte di Mussolini,il suo assassinio è una cosa troppo delicata,seria e precisa per darla in pasto ai Gianinazza e soci vari. Il parroco Luigi Barindelli,non ha mai parlato di “svizzeri” o di altro. Ha parlato di precise prove ( provate) che lui aveva da tempo scoperto e che solo alcuni anni fa,sulla Tv privata comasca,”Espansione tv” ha raccontato e dimostrato cio’ che diceva.Se potessi andare presso la sede di espansione TV in Via V.Emanuele II° ti potrebbero dare copia di quel bellissimo servizio.Pisano’ e Garibaldi hanno fatto centro eccome e le testimonianze che ho ricevuto da un mio amico che ha frequentato per anni gli ambienti storici della locale facoltà di storia di Edimburgo (Scozia) lo hanno provato.Tieni presente che questo mio amico,fino allo scorso anno neppure sapeva di Pisano’ e Garibaldi.Le tue fonti anpine ( anpi) purtroppo sono da tempo state smentite in tutti i sensi.Non a caso fanno silenzio oppure ripropongono ( cambiando sempre qualcosa) le solita solfa.In conclusione,caro Pierangelo,l’assassinio di Mussolini,nonostante certe prove ben evidenziate,che smentiscono ormai le ultra decennale frottole anpine e di “storici”allineati all’anpi,è tutta da riscrivere. Pensare che quattro straccioni si pseudo partigiani criminali,potessero eliminare un pezzo grosso come Mussolini,senza il chiaro appoggio delle autorità ( ipocrite) Alleate è da beoti.Significa che non si è capito assolutamente nulla nè di Mussolini e tanto meno del perchè della sua tragica fine. Piuttosto,anzichè andare dietro agli anpini,leggi con attenzione cio’ che ti ho scritto prima. E se puoi,fatti finanziare un bel viaggio a Londra e vedrai,che in altri archivi troverai delle evidenti tracce su chi e perchè ha voluto la morte del Duce.troverai anche prove che nel dicembre 1944,il finanziere della Resistenza ( si fa per dire…),Alfredo Pizzoni ebbe dagli Alleati la somma di lire ( dell’epoca) di 800.000.000 (ottocentomilioni)che doveva servire a finanziare il movimento partigiano fino ad aprile 1945….E che per quel mese tutto doveva finire….E cosi fu….Dovresti anche sapere,che tutti i movimenti della cosi detta “resistenza” erono tutti controllati da agenti britannici,americani e anche russi. E i cosi detti “resistenti”,volenti o nolenti, dipendevano da essi ( gli agenti alleati).Che tu ci creda o no è cosi. Pertanto,parti da qui e poi vedrai che ci arriverai anche tu….Ciao.

  3. Caro Croce,
    L’ineffabile don Barindelli, non mi risulta proprio che abbia mai provato niente, ha sempre, al massimo, avanzato “ipotesi”.
    Basta citare amici, nipoti, ecc.
    Fare nomi ed esibire testimonianze orali e/o scritte, firmate, registrate e verificate.
    Degli agenti segreti, amaricani e inglesi, ho verificato tutto nei loro archivi, come pure in quelli americani.
    Tutto ciò che tu dici non ha nulla di concreto, solo ipotesi, si dice,ecc.
    L’assassinio di Mussolini è un fatto di cronaca nera ed io, tuo malgrado, ho ricostruito tutto.
    Con sommo dispiacere degli altri ipotizzatori.
    Passo e chiudo.
    Pierangelo
    P.S
    Tu non vuoi assolutamente leggere il mio libro. Pazienza.

  4. Prendiamo atto, caro Pavesi, a prescindere da quel poco che si conosce e da quel molto che non si conosce sull’assassinio di Mussolini ed i Petacci (senza parlare delle morti strane di Buffarini Guidi e Carlo Alberto Biggini), che Lei si auto-accredita e presenta come “cane-poliziotto” della vulgata ortodossa dell’antifascismo dogmatico che alla ricerca scientifica e storico-investigativa sostituisce l’enfasi autocelebrativa veterotestamentaria della Resistenza intesa come oggetto di culto. Entro i prossimi 4 anni, qualcuno (lo chiami pure “ipotizzatore” se le torna comodo), anzi qualche fatto, si incaricherà di smentirLa. Auguri!

  5. prof.De Felice,
    ha letto il mio libro? Se si, mi contesti ciò che, secondo Lei è errato.
    Se non lo ha letto,………………
    Auguri a Lei, io non aspetto alcun messia.
    Pierangelo Pavesi

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