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di Alessandro Cannavò dal “Corriere della Sera” del 25 giugno 2011
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Ed è proprio questo quadretto idilliaco che contrasta e diventa paradossale con lo scempio che affligge il monumento: messaggi d’amore come quelli che si trasmettono sulle tv locali, frasi goliardiche, disegni osceni: tutto copre la pietra fino a dove è stato possibile arrivare. E poi i danni: mattonelle scheggiate e divelte, alla statua del lavoratore avevano persino tolto il piccone e spezzandolo l’avevano gettato tra gli scogli. In passato il monumento è stato ripulito ma, come spesso avviene, i vandali si sono puntualmente ripresentati, indisturbati nella loro ottusa cretineria. Invece di contrastarli con nuove misure, sembra che l’amministrazione ora accetti la sconfitta: un’altra da aggiungere a quelle delle drammatiche spedizioni africane.
Ecco che il monumento diventa la metafora dell’ignoranza sul nostro passato, dell’insensibilità verso la bruttezza estetica, della rassegnazione verso l’arroganza. Un’agghiacciante normalità nella quale crescono i bambini che giocano attorno alla costruzione, arrampicandosi sulle statue, sotto gli occhi di genitori insensibili a ogni mancanza di decoro. Con buona pace del sacrificio dei nostri padri, del senso della Patria, dell’orgoglio di una nazione. Il monumento ai caduti d’Africa di Siracusa merita il candore garantito allo splendido Duomo barocco. Ripuliamolo, recintiamolo, proteggiamolo con le telecamere. In cima a quella falesia deve ergersi l’estremo sussulto di dignità, il simbolo di una riscossa civile che non può più tardare.
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Inserito su www.storiainrete.com il 26 giugno 2011
Siracusa, una città in mano ai vandali:
Gente che non si fa scrupolo di distruggere i beni collettivi, non si vergogna di calpestare i suimboli e luoghi della memoria, gente che sembra quasi godere nel vedere questa città milleniaria profondare ne degrado di strade circondate da macerie di eterni lavori in corso e il suo cuore, ortigia, senza piu’ anima,senza altra gente che orde di turisti che la percorrono condotti da una guida turistica simile a lepre che in pochi minuti racconta storia di millenni.
Hanno un nome questi devastatori: bastya andare all’eleco dei sindaci e dei presidenti della provincia, li li troverete iscritti, quelli che non vigilano che non priopongono che lasciano correre da decenni; sono oggi il Sindavo Visentin e il presidente della Provincia Bono, che oggi mettono al’ordine del giorno la vendita anche dell’Antico carcere Borbonico con annesse segrete, l’hanno lasciato deteriorare dopo il terremoto del 1990 ed oggi ridotto a macerie non ostante i finanziamenti pubblici disponibili, italiani ed europei: oggi sono pronti a venderlo agli speculatori !!!
che dire, Stefano? approvo incondizionatamente dalla prima all’ultima parola. Con grandissima tristezza.