Home Stampa italiana 1 Napolitano richiama Durnwalder: “sia rappresentante di tutti”

Napolitano richiama Durnwalder: “sia rappresentante di tutti”

“Sorpresa e rammarico”. Le ha espresse il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una lettera inviata al presidente della Provincia Autonoma di Bolzano Luis Durnwalder per la decisione di non aderire alle celebrazioni del 150 dell’Unità d’Italia. Il capo dello Stato, si legge in una nota del Quirinale, ha “rilevato” che Durnwalder non può parlare a nome di una “pretesa ‘minoranza austriaca’” e ha sottolineato la propria “fiducia che l’intera popolazione” della provincia si riconosca nelle celebrazioni.

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da Repubblica dell’11 febbraio 2011

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Nella lettera il Presidente scrive che Durnwalder dimentica “di rappresentare anche le popolazioni di lingua italiana e ladina, e soprattutto che la stessa popolazione di lingua tedesca è italiana e tale si sente nella sua larga maggioranza”.

Al Presidente della Repubblica, Luis Durnwalder risponde annunciando la sua assenza alle celebrazioni. “Il gruppo linguistico tedesco non ha nulla da festeggiare”, dice il governatore altoatesino, “Nel 1861 l’Alto Adige non faceva parte dell’ Italia e nel 1919 non ci è stato chiesto se volevamo fare parte dello Stato italiano. Per questo non parteciperò ai festeggiamenti”. E conclude: “Gli assessori italiani sono liberi di festeggiare l’unità d’Italia, ma non in rappresentanza della Provincia autonoma”.

Spiega l’esponente altoatesino: “Scriverò al presidente Napolitano per illustrare i motivi per i quali non parteciperò alle celebrazioni. I sudtirolesi hanno sofferto molto tra gli anni Venti e gli anni Cinquanta, non vedo veramente giustificazioni per festeggiare questa ricorrenza”. Il governatore dice di aver ricevuto molte lettere di cittadini che condividono la sua scelta.

“Di certo – prosegue – molti altoatesini di lingua tedesca e ladina non accetterebbero una mia partecipazione. Sono anche convinto che gran parte della popolazione di lingua italiana capisca la mia decisione”. Durnwalder sottolinea che “gli assessori italiani sono certamente liberi di festeggiare l’unità d’Italia. Non delegherò al mio vice la rappresentanza della Provincia autonoma, perchè a questo punto ci potrei anche andare io stesso”.

RISVOLTI SUL TURISMO
In seguito alla polemica Napolitano-Durwalder, sono decine le mail arrivate all’Azienda di soggiorno di Bolzano e all’assessore provinciale al turismo Hans Berger, che di mestiere fa l’albergatore, contro la decisione della giunta provinciale di disertare le celebrazioni. Il timore tra gli operatori turistici della zona è che dopo le proteste possano arrivare le disdette e che clienti affezionati alle montagne dell’Alto Adige quest’estate scelgano un’altra meta.

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Inserito su www.storiainrete.com l’11 febbraio 2011

6 Commenti

  1. Un’ottima ragione per Dürnwalder di non andarci. Magari cantano l’inno di Mameli per intero:
    Son giunchi che piegano
    Le spade vendute:
    Già l’Aquila d’Austria
    Le penne ha perdute.
    Il sangue d’Italia,
    Il sangue Polacco,
    Bevé col cosacco,
    Ma il cor le bruciò.
    Anche se fossimo veramente mosci, mercenari e cannibali, e qualcuno vuole spenare il nostro simbolo tutt’ora anche del tirolo. Non ce lo facciamo ne dire niente cantare magari da un ex-post-soviet-nostalgico. Mi dispiace in tutta amicizia non possiamo partecipare a certi vostri riti. Taciamo e facciamo altro. Se Dürnwalder ci andasse con buona ragione dovrebbe compieri il gesto preferito del cavaliere. Essendo educato semplicemente sta a casa.

    • Qual Cuno, se Durnwalder non vuole presenziare alle celebrazioni ufficiali per la nascita dello Stato di cui lui è rappresentante istituzionale per la provincia dell’Alto Adige, può dimettersi e nessuno gli chiederà di andare a cantare l’Inno di Mameli (che come vedo conosci bene, e quindi puoi capire bene quali siano le ragioni storiche del confine al Brennero: non mi risulta che ci siano canti austriaci che parlino di invasioni italiane).

  2. Io spero davvero che ci siano dei boicottaggi turistici tra coloro che sono soliti venire in Sudtirolo! non è possibile andare avanti così… tutto nella nostra terra è politica, non se ne può più! dopo più di 65 anni, ancora che si parla sempre delle stesse cose! e intanto l’SVP continua a perdere voti a favore dei partiti di estrema destra tedesca, voti compensati da elettori italiani che delusi dalla destra italiana e desiderosi di convivenza, si erano illusi portassero ad un miglioramento della situazione! Pensavo che Durni fosse un politico lungimirante, onesto e serio, e invece pure lui si è gettato nella mischia del divide et imperat! sembra proprio che facciano a gara a chi sia più intollerante e aizzatore di focolari etnici!
    ribadisco: mi auspico di cuore che ci sia un crollo del turismo italiano… l’unica lingua che capisce questa gente qua è quella dei soldi! di certo non parlerebberò così se non avessimo il benessere che abbiamo in Sudtirolo!

  3. Uno come l’ex segretario del Migliore diventato turista scusate presidente per caso che usa il termine “pretesa minoranza austriaca” certamente non può essere il presidente di tutti i cittadini italiani, certamente non quelli tirolesi. Tocca a lui dimettersi. Mentre si faceva il trattato bilaterale tra l’Austria e l’italia lui si divertiva a giorni e notti moscoviti. Li si che si indicevano le celebrazioni.

    Quanto al turismo. Quello italiano non ha importanza. Sono in pochi ad arrivare e sono anche tirchi colla mancia. Ben vengano i russi da questo punto di vista. E comunque Katiusha e addirittura l’internazionale certamente e più bello di questa marcia di scesa in campo dei pagliacci al circo. Statevene a casa vostra.

    Io verro lo stesso da voi. A me piace tantissimo l’Italia. La gente, la lingua che sfortunatamente parlo e scrivo soltanto imperfettamente. Mi piacciono le donne, mi piace il cibo. Mi piacciono geni da Toto a De Lorenzo. Mi piace il Berlusca, e la Berlinguer su Rai 3, evidentemente per ragioni diversi. Mi piace la musica da Ana Oxa a Zucchero.
    La letteratura, da Moravia a…..

    Ma mai e poi mai mi verrebbe in mente di suonare a miei frequenti ospiti italiani la marcia di Radetzky a cena. Ne a casa mia ne alla loro. Mai e poi mai gli costringerei a tifare per l’Austria nel calcio, che sarebbe una punizione veramente crudele visto come giochiamo noi.

    Ci sono veramente pochi temi da evitare. Cosi pochi che non me ne rendo neanche conto finché un vecchio rincolgnonito apra la sua bocca.

    • Qual Cuno, a me la Marcia di Radetzky non dà alcun fastidio e anzi musicalmente mi piace anche.
      E non odio Radetzky, ancorchè nel 1800 fu il più acerrimo e terribile nemico dell’Italia e degli italiani e nel 1859 gli avrei sparato addosso volentierissimo.

      Ma a distanza di anni i nemici dovrebbero essere ringraziati e non maledetti, perchè è grazie a loro se nel presente si ha un’epica da poter raccontare e su cui poter costruire i valori collettivi: i greci non odiavano i troiani, coi quali avevano combattuto 10 anni, e nell’Iliade sia gli achei che i troiani vengono considerati eroi alla pari. Così come pochi anni dopo le Termopili, Eschilo scriveva la tragedia “i Persiani”.

      L’Italia è al Brennero per motivi storici oggettivi: da là sono passate decine di invasioni, l’ultima delle quali è avvenuta solo nel settembre 1943. Il Brennero è la nostra porta di casa, e si è deciso di sbarrarla perchè geopoliticamente l’Italia e l’Austria – in generale, il mondo tedesco – si sono contrapposti, per il continuo tentativo di questo di scendere a sud dell’arco alpino.

      Ora, nella Grande Guerra – guerra scoppiata per colpa dell’Austria-Ungheria e che ha visto il coinvolgimento dell’Italia contro di essa per l’insipienza con cui i politici di Vienna hanno trattato con quelli di Roma, volendo ignorare tutte le aspirazioni nazionali degli italiani – l’Austria ha perduto. E in guerra chi perde, paga.

      Gli altoatesini hanno subito per qualche decennio politiche di assimilazione più o meno forzata o di incentivo ad emigrare oltre confine, ma non sono certo stati nè sterminati nè sottoposti a quelle vessazioni che invece abbiamo visto fare in Irlanda dagli inglesi o in Alsazia dai francesi, per tacer dei macelli commessi dagli iugoslavi contro le diverse minoranze etniche (e fra di loro pure) o in tutta l’Europa orientale, etnia contro etnia.

      Inoltre oggi l’Alto Adige gode di un regime di privilegi che non ha pari nel mondo. Per una terra che per secoli è stata una minaccia puntata al cuore dell’Italia è una condizione assolutamente unica, per la quale un minimo di riconoscenza – non dico gratitudine – sarebbe gradita.

      Nessuno chiede a chi non si sente italiano di festeggiare l’Unità d’Italia. Ma se un rappresentante politico dello Stato italiano vuol essere tale, deve uniformarsi, altrimenti se vuol rappresentare solo una parte dei suoi amministrati – e cioè i suoi elettori – deve dimettersi e ricominciare a fare il capo partito.

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