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Nasce a Roma il museo degli Internati Militari Italiani

Nasce a Roma il luogo fisico e virtuale della memoria condivisa. Il 29 maggio verrà presentato il duplice progetto dell’ANRP: un museo in via Labicana e un albo on line per ricordare gli Internati Militari Italiani nel settantennale della fine della guerra.
L’ANRP – Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia – d’intesa con Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sapienza Università di Roma, Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea, Società Italiana di Storia Militare, terranno una conferenza stampa di presentazione del “Museo luogo della Memoria per gli Internati Militari Italiani a Roma” e dell’“Albo degli IMI Caduti nei lager nazisti 1943-1945 (Lessico biografico)”.
L’evento è in programma per giovedì 29 maggio 2014 alle ore 10.00, presso la Sala Stampa Estera, in Roma via dell’Umiltà n. 83/C.

Nel corso dell’incontro sarà illustrato il progetto che prevede di realizzare a Roma, in alcuni locali del complesso militare di via Labicana concessi dal Ministero della Difesa, un museo – luogo della memoria – sulla vicenda degli IMI e di redigere un lessico biografico, cioè una banca dati su tutti i militari internati caduti nei lager nazisti nel 1943-1945 con accesso on-line. L’inizio immediato dei lavori permetterà l’apertura di alcune aree espositive del Museo e l’uscita della prima parte del lessico biografico, un libro commemorativo degli IMI, in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e della liberazione degli Internati (8 maggio 2015).

Interverranno tra gli altri:
– Prof. Enzo Orlanducci, Presidente Nazionale ANRP
– On. Domenico Rossi, Sottosegretario di Stato alla Difesa
– Amb. Alessandro Pignatti Morano di Custoza, Ministero degli Affari Esteri
– Dott.sa Eva Pietroni, Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali CNR-ITABC
– Prof. Luciano Zani, docente di Storia contemporanea della Sapienza Università di Roma.

Ufficio stampa – Laura Battisti, tel. 338/4767898,

e-mail la.battisti@libero.it

5 Commenti

  1. E’ un’iniziativa stupenda,peccato che i protagonisti, ad eccezione di pochissimi, sono già morti. Personalmente ho avuto narrato da mio cognato qualche episodio. Forse oggi sarebbe tempo di insegnare ai giovani quali sacrifici hanno affrontato molti italiani per consegnare loro un’Italia libera. nica

  2. Bellissima iniziativa, mio nonno è mancato pochi anni fa ed è stato un internato militare italiano. Sono felice che la sua esperienza e quella di tanti altri “giovani uomini” di quel tempo venga ricordata e raccontata. Grazie

  3. nella provincia di pistoia è da alcuni anni che cerchiamo di ricordare il sacrificio di 650.000 internati militari italiani, abbiamo fatto delle mostre e dibattiti pubblici, inoltre abbiamo stampato un libretto con i nomi dei caduti della provincia.
    continuiamo a ricordarli in tutte le cerimonie.
    marco paolini e gaetano severini, figli di ex internati.
    grazie

  4. Dopo 70 di silenzio, finalmente il giusto e doveroso ricordo a tutti coloro, I quali, impegnati sui diversi fronti, all’ indomani dell’ 8 settembre, lasciati in balia del proprio destino,abbandonati dallo stato, furono catturati dai tedeschi e internati nel lager. Mio padre c’era!! Grazie a tutti gli ideatori del museo.

  5. Ho l’impressione che si voglia fare becera propaganda politica antifascista dai commenti che ho letto prima. Gli internati italiani durante la Prima Guerra Mondiale sono forse da meno? I morti della I guerra mondiale sono forse da meno? VoleTe che Vi citi qualche mio parente? Se le parole non hanno mutato significato, quello dell’8 settembre 1943 si chiama con un solo nome: tradimento! Se 600mila nostri soldati, lasciati in balìa di se stessi, senza ordini, fossero catturati dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943, la colpa va attribuita solo ed esclusivamente alla cricca antifascista capitanata dal signor Vittorio Emanuele III e dal “signor” Pietro Badoglio. Chiaro?

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