Home Stampa italiana 1 L’ANPI di Parma: “no ad una strada per i martiri delle Foibe”

L’ANPI di Parma: “no ad una strada per i martiri delle Foibe”

Riportiamo integralmente – come pubblicata dal sito “Popolo Viola Parma” – la lettera di ANPI e ANPPIA di Parma al Prefetto affinchè si opponga alla decisione del Comune di Parma di intitolare una via col nome “martiri delle foibe”

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da Il Popolo Viola di Parma del 13 gennaio 2012

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia – Parma
Ass. Naz. Perseguitati Politici Italiani Antifascisti -Parma

Parma, 28 dicembre 2010

Al Signor Prefetto della Provincia di Parma
Strada Repubblica, 39
43121 Parma

e p.c. al Signor Sindaco di Parma
Piazza Garibaldi, 1
43121 Parma

e p.c. al Signor Presidente della Provincia di Parma
Piazzale della Pace, 1 – 43121 Parma

oggetto: intitolazione di una via di Parma col nome “martiri delle foibe”

Gentilissimo Signor Prefetto,

con la presente siamo a chiedere un intervento della S.V. in merito alla decisione, assunta il 15 novembre u.s. dalla Commissione Toponomastica del Comune di Parma, di intitolare una via di Parma ai cosiddetti “martiri delle foibe”.

Riteniamo infatti questa scelta inopportuna e inaccettabile.

“Martiri delle foibe” è un’espressione che mistifica la storia di quanto accaduto, segnatamente nel settembre-ottobre 1943 e nel maggio 1945, al confine nordorientale dell’Italia con l’allora Jugoslavia, che tende a rivalutare elementi ed esponenti, alcuni dei quali colpevoli anche di gravi crimini di guerra, delle forze armate e dell’amministrazione dell’Italia fascista che aveva aggredito la Jugoslavia e occupato militarmente suoi territori, che rischia di ravvivare pericolosi sentimenti nazionalistici, che non rende giustizia neanche alle vittime innocenti.

Vi furono, nel contesto della guerra, italiani vittime innocenti, buona parte dei morti delle foibe sono stati però militari, capi fascisti, dirigenti e funzionari dell’amministrazione italiana occupante la Jugoslavia, collaborazionisti. Militari italiani che nelle zone di confine e del litorale adriatico dopo l’8 settembre ’43 combatterono in realtà alle dipendenze nemmeno della Repubblica Sociale di Salò ma direttamente della Germania nazista. E’ sbagliato e grave definire “martiri” questi morti e accomunarli alle vittime innocenti.

La legge 92 del 2004 istitutiva del «Giorno del ricordo» in memoria delle vittime delle foibe non conferisce loro il titolo di “martiri”, in alcun passaggio, né nel testo, né nel titolo; nel titolo fa semmai un riferimento più generale alle «vicende del confine orientale».

Vicende e tragedie, come quella delle foibe, la cui causa prima è stata il fascismo. Che prima scatenò la violenza squadrista contro le popolazioni slave delle zone di confine, poi procedette alla “italianizzazione” forzata delle stesse, infine aggredì militarmente la Jugoslavia occupandone vasti territori.

Parma, culla e simbolo dell’antifascismo, città delle Barricate del ’22 e medaglia d’oro della Resistenza, non può onorare con la dedica di una sua via quella parte non trascurabile dei morti delle foibe che comprende fascisti dichiarati, alcuni dei quali responsabili di gravi atti criminali.

Parma città gemellata con la città della ex Jugoslavia Lubiana, attuale capitale della Slovenia, che dal fascismo fu occupata e fatta provincia d’Italia, dev’essere esempio di comprensione e incontro fra popoli di nazionalità diverse ed evitare ogni atto che possa indurre ripresa dei sentimenti nazionalistici e razzisti che sono minaccia alla pacifica convivenza fra i popoli diversi.

Per questi motivi riteniamo che il ricordo dei tragici fatti delle foibe non possa avvenire in termini di celebrazione delle vittime e pertanto chiediamo di non ricordare i morti delle foibe col nome «martiri».

Grati della cortese attenzione, porgiamo ossequiosi saluti.

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Inserito su www.storiainrete.com il 10 febbraio 2012

18 Commenti

  1. Io sono di Parma e sono per introdurre la via ai martiri delle Foibe e a togliere via Tito! L’A.N.P.I. è un’associazione senz’anima. Mio nonno ha fatto la guerra. Mio nonno è stato partigiano. Così come molti altri nonni. Mi piacerebbe averlo ancora qui ma è morto purtroppo a fine Novembre. E’ stato partigiano quando serviva esserlo e fiero di esserlo e provava profondo schifo nei confronti dei comunisti di oggi. Chiedere a lui e a tutti i partigiani “veri” di Parma cosa pensavano di Togliatti dopo ciò che accadde a Scipione Castello. Ma ormai…son quasi tutti morti. Partigiani di 60 anni o di 20 non fa nessuna differenza. Non sanno di ciò che parlano. Non date peso all’A.N.P.I. Continuate nella vostra battaglia. Io vi sostengo. E saranno sempre di più. L’ideologia di sinistra ed ancor più le associazioni che vi ruotano intorno perdono credibilità, potere ed attualità ogni giorno che passa. Volevo dire questo.

  2. Alfio, premesso che i fascisti hanno commesso meno crimini dei comunisti, gli unici a fare revisionismo qui mi sembrano i signori dell’Anpi. Gente che usa lo spauracchio del fascismo per intascare i soldi dello Stato. Cioè i soldi del popolo. Il comunismo è caduto nei paesi dell’est, perché non anche in Italia? Perché l’anpi infanga la memoria delle vittime con la falsità e la negazione? Se lo si facesse per gli ebrei, ci sarebbe uno scandalo enorme e forse l’arresto. Con loro invece non succede. Curioso, vero? Vai a leggerti la vita di “eroi” come il partigiano Toffanin e di Pertini, di come quest’ultimo baciò la bandiera sulla bara di Tito, un individuo non così diverso da Hitler, accusato di stragi dagli storici americani e dagli archivi di Mosca. I criminali partigiani sono così tanti che per aver osato scrivere qualcosa, solo per averne accennato, lo storico Pansa é stato pure minacciato di morte…

  3. Dalla consistenza storica e civile di questi commenti non mi meraviglio che parma abbia espresso un sindaco ed assessori inquisiti per tangenti ed abbia una stazione ferroviaria in totale degrado.
    Intitolategli una strada, è quello che vi meritate.

  4. Da abitante di Parma chiedo scusa a tutti gli italiani per l’imbecillità dimostrata da alcuni miei “concittadini”, che stento a definire, tali e che di italiano hanno ben poco: se fossero nati nella loro amata URSS ai tempi del “baffone” non sono poi così convinto che porterebbero ancora avanti le loro “idee” così ferventemente!!!…quando la storia verrà raccontata per quello che è veramente stata, allora saranno in molti ad avere timore…

  5. Scusate se mi intrometto, io abito in provincia di Trieste ed ho letto casualmente le rimostranze dell’Anpi di Parma. Direi che hanno confuso un pò le cifre, nel senso che la maggior parte dei morti infoibati fu uccisa solo perché parlava l’italiano….
    Ci furono anche fascisti ma molto pochi ed inoltre cari i miei signori, UDITE UDITE anche parecchi partigiani, che non volevano l’annessione dei nostri territori alla Jugoslavia….e già cari i nostri sapientoni.
    Inoltre, Vi invito a fare una gitta in Slovenia qui attorno al Carso dove potrete constatare con i Vs. occhi che in ogni paese, su tutti monumenti partigiani, sono state tolte le insegne del comunismo, vedi stelle rosse e quant’altro. Penso che ogni altro commento sulla vostra presa di posizione sia superfluo.

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