di Michele Barcaiuolo da il Barbadillo del 4 aprile 2013
Ci sono voluti sessant’anni per far apparire seppur ancora in modo sbiadito la tragedia delle foibe sui libri di testo; ci sono voluti sessant’anni affinché la Repubblica italiana desse un tardivo riconoscimento alle migliaia e migliaia di italiani trucidati nelle foibe dai partigiani comunisti titini per la sola colpa di essere italiani.Ci sono voluti sessant’anni per far sentire a casa loro oltre 300.000 esuli istriani, giuliani e dalmati che hanno dovuto abbandonare le loro case, i loro averi, le loro radici nella terra natale con la certezza di non farvi più ritorno per continuare ad essere italiani.
Il testo dello striscione richiama un verso di una canzone cult dei 270 bis: “nel ricordo non li hanno uccisi”. Non c’è nulla di cui vergognarsi in questo striscione degli ultras della Lazio. Dove sarebbe la vergogna?
Che si tratti di colpevole distrazione o di ignoranza della storia patria poco importa. Ci auguriamo che domani la Gazzetta porga le scuse a quelle migliaia di italiani per cui l’unica vergogna restano i rastrellamenti titini , le violenze subite e l’assordante silenzio che per sessant’anni ha avvolto tutta la vicenda del confine orientale.
Perché la Gazzetta, che leggiamo da sempre, è seguita da tanti ragazzi che forse nei libri di storia troveranno poco o niente sulla tragedia delle foibe. E non è affatto il caso di intossicarli con altre “omissioni”.
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Inserito su www.storiainrete.com l’8 aprile 2013
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Dopo questa bruttissima pagina di inciviltà giornalistica la Gazzetta dello Sport si è scusata con i lettori. Le scuse sono state pubblicate anche esse da Barbadillo
http://www.barbadillo.it/il-caso-la-gazzetta-dello-sport-si-scusa-con-i-lettori-dopo-la-caduta-di-stile-sulle-foibe/ .